Nessun rischio per l’agenzia neozelandese

Le industrie farmaceutiche neozelandesi hanno sottolineato che non intendono utilizzare il Trans-Pacific Partnership Agreement – l’accordo multilaterale per la liberalizzazione delle economie nella regione asiatica-pacifica – per liberarsi dell’Agenzia regolatoria del Paese (PHARMAC).

Secondo i portavoce dell’industria, i neozelandesi potrebbero avere accesso a farmaci nuovi e di migliore qualità se solo il sistema fosse più efficiente e si affrontassero questioni più ampie relative alla politica e alla spesa sanitaria.

 

Da un lato, un migliore accesso ai farmaci rischia di far saltare i budget sanitari, dall’altra il TPP potrebbe portare al PIL neozelandese oltre un miliardo e mezzo di dollari. Sarebbe estremamente positivo per le esportazioni e per le importazioni e contribuirebbe alla coesione della regione.

I critici dell’accordo sostengono invece che le richieste dei negoziatori americani sulla proprietà intellettuale porterebbero grossi svantaggi al Paese e che i produttori che sostengono l’accordo vogliono in realtà privare l’Agenzia del suo potere di negoziare il prezzo dei farmaci.

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