L’Agenzia Italiana del Farmaco non è riuscita a concludere un accordo per il rimborso del principio attivo afamelanotide, per il quale l’azienda produttrice aveva proposto un prezzo insostenibile per il Servizio sanitario nazionale. Si tratta di un impianto sottocutaneo contenente il principio attivo per il controllo della protoporfiria eritropoietica, una malattia rara che causa sintomi di fotosensibilità. L’impianto rilascia afamelanotide, che si comporta come l’ormone stimolante gli alfa-melanociti e stimola la produzione di eumelanina, un pigmento prodotto durante l’esposizione alla luce solare per bloccare la penetrazione della luce nelle cellule.
Nel corso della negoziazione del prezzo e delle condizioni di rimborsabilità, l’azienda produttrice ha rifiutato ancora una volta di mantenere le condizioni di prezzo applicate in regime di Legge 648/96 o di negoziare la proposta presentata nel dossier prezzi, chiedendo un prezzo 3-4 volte superiore a quello sino ad ora applicato. Il farmaco è stato pertanto classificato in classe C e non sarà dunque rimborsabile da parte del SSN, anche se sarà disponibile all’acquisto da parte delle aziende sanitarie delle singole regioni.