Dopo l’EMA, anche l’Agenzia Italiana del Farmaco aggiorna il regolamento per la gestione del conflitto d’interesse, già in vigore dal 2012. Le norme riguardano in particolare i dipendenti e i collaboratori dell’Agenzia, in particolare quelli coinvolti negli organi decisionali e di controllo. Come nella sua versione precedente, il Regolamento si basa su tre principi fondamentali: appartenenza, trasparenza e responsabilità.
Il nuovo Regolamento recepisce gli orientamenti dell’EMA, soprattutto per quel che riguarda i possibili conflitti d’interesse nell’ambito della valutazione regolatoria dei medicinali. Anche l’AIFA, come l’EMA punta a rimanere imparziale e indipendente senza rinunciare al contributi dei migliori esperti a disposizione.
Il documento attribuisce inoltre livelli di rischio specifici a diversi tipi di interesse: interessi diretti dichiarati, interessi indiretti dichiarati e nessun interesse dichiarato. In tal senso la valutazione sarà annuale e prenderà in esame i 3 precedenti anni di attività.
Nell’ambito degli interessi diretti dichiarati, che presentano un maggiore livello di rischio, il Regolamento fa rientrare chi ha ricoperto un ruolo da leader in un precedente impiego nell’industria farmaceutica, come manager o nello sviluppo di un prodotto specifico: per queste figure il coinvolgimento nelle attività dell’AIFA è vietato in maniera illimitata. Sono inoltre inclusi coloro che hanno dichiarato di possedere interessi finanziari o familiari o di aver ricevuto fondi o sovvenzioni da un’azienda: in questo caso il coinvolgimento nelle attività dell’AIFA sarà possibile dopo 3 anni.