Un nuovo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riassunto i risultati di un sondaggio sulle azioni intraprese per combattere l’antibiotico-resistenza. Nonostante gli sforzi di molti governi, sono ancora molte le aree che restano scoperte.
L’indagine è stata svolta su 133 Paesi e fornisce un quadro, su base regionale, delle misure prese dai vari governi per combattere la resistenza agli agenti antimicrobici.
Solo 34 dei 133 Paesi coinvolti hanno un piano nazionale per la lotta all’antibiotico-resistenza: 3 Paesi su 26 nelle Americhe; 5 su 11 nel Sud-est asiatico; 4 su 26 nel Pacifico occidentale; 3 su 13 nell’area mediterranea. Molti Paesi, seppur privi di un piano nazionale, hanno tuttavia adottato linee guida standard, hanno condotto indagini o campagne di sensibilizzazione.
La situazione più drammatica è quella dell’Africa: solo 8 su 47 Paesi hanno partecipato all’indagine, rivelando minacce elevate dovute alla resistenza ai trattamenti contro malaria e tubercolosi.
Quella più rosea invece è quella europea: su 49 Paesi partecipanti al sondaggio il 40% ha adottato piani e strategie per combattere la resistenza. Inoltre metà dei Paesi europei ha un piano nazionale di prevenzione e controllo, e quasi l’80% ha condotto almeno una campagna informativa.
Strumento essenziale comune per l’Unione europea è la Rete europea di sorveglianza, supportata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Il rapporto sottolinea dunque che la mancanza di infrastrutture e la povertà di mezzi impediscono a molte aree geografiche di condurre una sorveglianza efficace; in molti Paesi la vendita senza prescrizione di antibiotici è ancora elevata e non sono presenti linee guida standard per operatori sanitari e pazienti.