Disponibili i primi dati sull’uso massivo degli antibiotici in Europa, che ha lo scopo di individuare le possibili relazioni tra il consumo di questi farmaci e lo sviluppo della resistenza. Il rapporto illustra i dati raccolti tra il 2011 e il 2012 in Europa, e in Islanda, Norvegia, Croazia e Svizzera. Purtroppo l’Italia figura nelle prime posizioni, sia per quanto riguarda l’uso di antimicrobici negli animali che nell’uomo. Per ora, i risultati vengono interpretati con cautela, poiché la resistenza è influenzata da numerosi fattori, come confermato da alcuni dati contrastanti. Nel nostro Paese, ad esempio, la resistenza ai carbapenemi è abbastanza elevata nonostante il consumo moderato di questi antibiotici.
Resta ferma tuttavia la convinzione che debba essere promosso un uso responsabile degli antibiotici sia per uso umano che per uso veterinario. È questo l’obiettivo delineato anche nel piano d’azione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dopo mesi di consultazioni con Stati membri, rappresentanti della società civile, delle associazioni e dell’industria e le agenzie regolatorie del farmaco.
Il rapporto dell’OMS si pone 5 obiettivi: sensibilizzazione al problema, sorveglianza continua, maggiore prevenzione, limiti alle prescrizioni, ricerca e sviluppo di nuovi medicinali. L’OMS ha sottolineato che si tratta di tema a carattere mondiale, che impatta su tutta la popolazione, senza confini geografici, politici ed economici e riguarda non solo la salute umana ma anche quella animale, passando dall’agricoltura, dalla sicurezza alimentare e influendo significativamente sulla sostenibilità dei sistemi sanitari. Il principio di base è “accesso senza eccesso”, per garantire la disponibilità di questa fondamentale classe di farmaci evitandone l’uso improprio e inutile e insistere innanzi tutto sulla prevenzione delle infezioni.