È entrato in vigore il 5 aprile scorso il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 38 che implementa la direttiva 2011/24/UE concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera e la direttiva 2012/52/UE, che include misure per agevolare il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro stato membro.
L’assistenza sanitaria comprende i servizi prestati da professionisti sanitari a pazienti, compresa la prescrizione, la somministrazione e la fornitura di medicinali e dispositivi medici. Il decreto si applica alle prestazioni di assistenza sanitaria transfrontaliera di cui intendono fruire i pazienti di uno Stato membro dell’Unione europea. Sono esclusi i medicinali stupefacenti e psicotropi.
In particolare, il decreto dispone all’articolo 12 che i medicinali autorizzati in Italia e prescritti in un altro Stato membro dell’Unione europea, siano dispensati sul territorio italiano conformemente alle norme vigenti, salvo fondate esigenze di tutela della salute umana o dubbi circa l’autenticità, il contenuto o la comprensibilità di una singola prescrizione. È inoltre previsto il riconoscimento delle prescrizioni fatte salve le norme nazionali che regolano la prescrizione e la fornitura di medicinali, compresa la normativa in materia di sostituzione del medicinale prescritto con medicinali generici o di altro tipo e senza pregiudicare il diritto del farmacista di rifiutarsi di dispensare il medicinale prescritto in un altro Stato membro per ragioni etiche.
Le spese per i medicinali dispensati in un altro Stato membro dell’Unione europea vengono rimborsate in accordo con quanto disciplinato al capo III.
Il decreto comprende un allegato che definisce un elenco non esauriente dei dati da includere nelle ricette mediche rilasciate nel territorio nazionale per essere utilizzate in un altro Stato membro.
Entro il 4 giugno prossimo il Ministero della Salute dovrà definire le caratteristiche ed i contenuti delle prescrizioni rilasciate nel territorio italiano su richiesta di un paziente che intenda utilizzarle in un altro Stato membro.