La differenza tra farmaci OTC e SOP. I pazienti vogliono comunque essere rassicurati dai farmacisti.

Con un fatturato di due miliardi e mezzo l’anno e oltre 270 milioni di confezioni vendute in Italia, i farmaci SOP si confermano un business solido e costante negli ultimi cinque anni.

Secondo dati IQVIA elaborati da Assosalute – l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa capo a Federchimica – rimane infatti sostanzialmente invariato, tra il 2018 e il 2019, il mercato dell’automedicazione, dove le farmacie continuano ad avere la meglio con il 92% delle vendite effettuate, rispetto alle parafarmacie e alla grande distribuzione organizzata (GDO), malgrado quest’ultima concorra a prezzi di vendita sensibilmente più bassi.

Un’ulteriore dimostrazione del fatto che, va bene la “medicazione fai da te”, ma il paziente preferisce comunque il consiglio del farmacista.

Peraltro, nell’ultimo anno, una cospicua fetta delle vendite GDO è stata assorbita dalle parafarmacie, che detengono adesso il 5.4% del mercato.

Secondo il Dlgs. 24 aprile 2006 n. 219 si considerano farmaci SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) tutti quei medicamenti che contengono principi attivi noti e riconosciuti per il trattamento e la cura di disturbi a carattere transitorio che non richiedono l’intervento di un medico, dai sintomi del raffreddamento, come tosse e raffreddore, all’allergia, dai disturbi gastro-intestinali a carattere stagionale, ai dolori di origine infiammatoria.

Fra i medicamenti maggiormente richiesti gli antinfluenzali, gli analgesici, i gastro-intestinali, i farmaci dermatologici e quelli per l’apparato circolatorio, i ricostituenti e i colliri.

Secondo i dati del Ministero della Salute, nella top ten delle vendite 2019 ci sono: Tachipirina, Rinazina, Vivin C, Vicks Sinex, Glicerolo, Froben, Okitask, Aspirina, Bronchenolo e Voltaren. A dimostrazione che a farla da padrone sul mercato dei farmaci SOP è innanzitutto l’influenza.

Il settore rimane prevedibilmente molto sensibile, nelle vendite, ai cicli stagionali. Nel 2019, ad esempio, il tardo arrivo della primavera e la sua breve durata hanno quasi azzerato le allergie da polline, con larga incidenza sul fatturato da antistaminici SOP.

La pandemia Covid 2019 ha viceversa accentuato le vendite di antinfluenzali e rimedi per la tosse, durante il passato inverno e la primavera del 2020.

Nel 2018 ogni abitante del territorio italiano ha speso mediamente, per l’acquisto di SOP, 41 Euro. Considerando che il costo di un farmaco da banco si aggira tra i 7 e i 9 Euro, significa 5 confezioni pro capite.

Il prezzo alla vendita subisce forti variazioni a seconda del circuito di distribuzione: dai 6,6 Euro della GDO ai 9,1 della farmacia.

Come previsto dalla Legge Finanziaria 2007 il prezzo è liberamente fissato dai punti vendita, anche se le aziende farmaceutiche sono tenute a comunicare all’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) un prezzo massimo per il pubblico.

Fanno parte dei farmaci SOP anche tutti i farmaci da banco (farmaci OTC, Over The Counter, “sopra il banco), che come questi non sono rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), poiché appartengono alla fascia C.

L’unica differenza tra i SOP e gli OTC è che i secondi sono farmaci “self service”, ossia liberamente accessibili presso i punti vendita, senza bisogno che se ne faccia richiesta al farmacista. Salvo i casi in cui la comunicazione pubblicitaria è destinata agli operatori sanitari, SOP e OTC godono di minori restrizioni in materia di pubblicità, come da recente conferma del Consiglio di Stato.

Il fatturato degli OTC cresce del triplo rispetto ai SOP, ma ambedue i settori risentono della concorrenza sul mercato di integratori, prodotti erboristici ed omeopatici, spesso confusi con i farmaci da banco. Il mercato comunque è ancora largamente da consolidare.

Francesca Garofoli

Informazioni Sanitarie

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