Nonostante la nuova procedura che l’FDA ha introdotto per accelerare la registrazione dei prodotti biosimilari, c’è ancora molta diffidenza tra i medici americani, in particolare per quel che riguarda la loro sicurezza. Secondo i dati di un recente sondaggio i medici intervistati sono d’accordo nel prescrivere questi medicinali a nuovi pazienti ma non ritengono probabile il passaggio dal farmaco originator alla sua versione biosimilare.
Il sondaggio ha inoltre evidenziato la necessità di regole chiare sulla loro intercambiabilità con i farmaci biologici originari e l’ostacolo alla loro diffusione rappresentato dalla scarsa familiarità degli operatori sanitari con questi prodotti.
Lo studio ribadisce tuttavia che i biosimilari rappresentano una grande risorsa per i servizi sanitari: il loro costo è infatti dal 15 al 30% più basso rispetto agli originator e il loro utilizzo potrebbe portare nei soli Stati Uniti ad un risparmio di quasi 40 miliardi di dollari in 10 anni.
Anche in Europa la loro diffusione sta incontrando forti ostacoli: sono solo 17 i biosimilari approvati dal 2006, quando sono entrate in vigore le relative norme. Dal canto loro, gli USA prevedono di approvare una decina di prodotti entro il 2020.