È arrivato ad una svolta decisiva il dibattito sull’accesso ai medicinali oncologici, dopo i tentativi di pressione da parte dell’industria per ottenere valutazioni accelerate di questi medicinali. L’industria chiede da tempo un approccio più rapido e flessibile, che superi l’attuale sistema considerato ormai datato, e che posiziona l’Australia al 18° posto nella classifica dei 20 Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico messi a confronto su questo tema.
Tuttavia l’organo decisionale che si occupa di approvazioni ha sottolineato l’enorme aumento dei costi e la riduzione della sostenibilità del Sistema dei rimborsi che l’adozione di queste misure comporterebbe.
Al momento è in corso un’audizione presso il Senato australiano sulla disponibilità di nuove terapie oncologiche nel Paese, dalla quale è già emersa una discrepanza tra i benefici dei nuovi farmaci percepiti dai paziente e le evidenze cliniche che li riguardano: in sostanza, spesso i nuovi farmaci non sono significativamente migliore delle terapie tradizionali, pur costando molto di più.
Inoltre le autorità sono contro la creazione di speciali procedure per questi medicinali, poiché comporterebbero discriminazione e risentimento negli altri pazienti.
Il Governo australiano spende in media circa un miliardo e mezzo di dollari per le terapie anticancro.