India, fuga di produttori verso UE e USA

I produttori farmaceutici indiani sembrano disposti a rinunciare ai vantaggi offerti dai bassi costi di produzione per sfuggire al caos regolatorio che regna nel Paese. I produttori farmaceutici indiani sembrano disposti a rinunciare ai vantaggi offerti dai bassi costi di produzione per sfuggire al caos regolatorio che regna nel Paese. In particolare, per garantire margini di guadagno più elevati con la produzione di medicinali di elevata qualità e valoro, stanno spostando il comparto di ricerca e sviluppo in Europa e negli Stati Uniti.

L’industria farmaceutica indiana vale 15 miliardi di dollari l’anno, ed è attualmente la principale fonte di prodotti a basso costo, ma ha subito di recente una serie di ritiri e di questioni relative al controllo della qualità che hanno messo in discussione la scarsa vigilanza regolatoria.

Così importanti gruppi industriali stanno ora investendo milioni di dollari per mettere la propria crescita futura nelle mani di agenzie regolatorie straniere per lo sviluppo di prodotti più complessi.

Secondo i produttori, il governo dovrebbe prevedere norme separate per i farmaci generici, con prezzi fissi ridotti in etichetta. Al momento infatti, produttori di brand e di generici operano nell’ambito della stessa legislazione, con enormi differenze di prezzo per prodotti simili, che confondono i consumatori.

Inoltre, rientrando brand e generici nello stesso programma di controllo dei prezzi, risulta difficile operare una distinzione e a questo si aggiungono le cattive pratiche di farmacisti e medici che prendono commissioni e regalie per spingere un prodotto rispetto a un altro. 

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